A Verona si chiude con grande successo il 10° festival dei Giochi di Strada
21, 22 e 23 settembre: perfino
nell’aria il Tocatì si è fatto sentire. A Verona, conosciamo il Tocatì da un
decennio ma possiamo dire con orgoglio che le scoperte da fare non sono mai
terminate.
Grazie ad esso appassionati, turisti o semplici curiosi interessati
al mondo ludico riscoprono la bellezza dei giochi antichi; partendo dai più
paesani e semplici fino a giungere ai più complessi ad aristocratici : una
grande varietà che non ha mai smesso di sorprendere giovani e adulti non solo
veronesi, in quanto il festival è conosciuto in Italia, Europa e perfino nel
mondo.
Dalla prima
manifestazione, il Tocatì non ha mai smesso di crescere e migliorarsi; basta
solo pensare che all’inizio veniva interpretato solo come intralcio e perdita
di tempo, mente oggi è diventato un appuntamento fisso e atteso con fervore da
tutti i cittadini. Esso, nato per ricordare il solo gioco antico e di strada, è
arrivato a comprendere vari aspetti della cultura: la gastronomia, la storia e
l’attualità, interpretate sempre in chiave ludica. In queste tre giornate è stato possibile riscoprire un passato
quasi completamente dimenticato cimentandosi in sfide collettive o individuali,
sia tipiche del nostro paese che internazionali. Ricordiamo, infatti, che dal
2006 il festival ha ospitato cinque paesi diversi (Spagna, Croazia, Scozia, Grecia
e Svizzera), quale migliore iniziativa si poteva prendere se non invitarli
tutti nella celebrazione del 10° anniversario? Ognuno di essi ha collaborato portando
con se una vera e propria cultura del
gioco, coinvolgendo i presenti che, camminando per le strade della città,
assistono agli spettacoli e partecipano in modo completamente gratuito. La
città per quest’evento ha proposto le attività più svariate, oltre al gioco
sono state parte integrante della manifestazione conferenze, esposizioni,
eventi e laboratori aperti a tutti; a tal proposito, per l’appunto, il Comune di Verona e
l’Associazione Giochi Antichi hanno provveduto ad adattare spazi, accessi e
stand alla partecipazione da parte dei disabili, allargando maggiormente gli
orizzonti partecipativi del festival. Tra
le tante novità ricordiamo le
manifestazioni di introduzione agli sport più moderni come il Parkour o lo Street boulder, attività che si ispirano all’adattamento dei
praticanti ad un ambiente urbanizzato. Oppure, per i più classicisti, le sfide
ai giochi da tavola quali gli Scacchi,
la Dama o il Carrom, gioco orientale simile al biliardo. E, infine, i laboratori
di gioco, dove i partecipanti hanno potuto, tra l’altro, cimentarsi nella
costruzione di cerbottane o
partecipare alla rivisitazione di giochi quali il Tric Trac, su tavoli che riproducono fedelmente gli originali. Non
sono mancate le manifestazioni e gli eventi come la Corsa delle botti, da porta Borsari a Piazza Erbe, e la Disfida delle lame, che ha visto coinvolti
L’ordine delle Lame Scaligere e gli scozzesi della MacDonald Academy of Arms. Come precedentemente citato tutto il
festival viene incorniciato da esposizioni e conferenze, ad esempio la Long Playing, in gioco da 10 anni ,
mostra fotografica in occasione del decimo anno di Tocatì e la War Game. No more! Una conferenza con lo
scopo di presentare il piano rieducativo destinato agli ex bambini-soldato. Dai pareri raccolti lungo le strade, sia da
parte di residenti che da stranieri, si viene a sapere che solo una piccola
parte dei turisti conosce il festival, ma ne approfitta volentieri per vedere
la città sotto un ottica diversa dalla solita. Talvolta, però, sono comunque
presenti gruppi delle nazioni più varie come Russia, Finlandia e Cina che sono
consapevoli della presenza del festival, il che denota la sua discreta
popolarità a livello internazionale. Per alcuni residenti la manifestazione è
vista ancora come un fastidioso rallentamento alle attività di tutti i giorni,
ma per la grande maggioranza è invece diventata un imperdibile momento di svago e di fuga dalla quotidianità.
Per alcuni risulterebbe più adatta all’alta stagione estiva, quando la possibilità
che il festival venga conosciuto e ricordato dai turisti aumenta. Per altri il
fatto che essa si svolga a fine estate
permette di mantenere un certa intimità con una cultura che ci riguarda
e che, secondo loro, bisognerebbe valorizzare maggiormente, prima di
intraprendere l’ardua strada dell’internazionalità.
Malgrado la differenza tra i pareri, il Tocatì è
ormai parte di Verona. La nostra speranza è che rimanga tale per altri 10 e più anni. Avanti, allora, a chi Tocca?
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