domenica 23 settembre 2012

Giochi dei signori e giochi del popolo

Mentre oggi tutti i bimbi hanno a disposizione dei giochi, ormai quasi tutti elettronici, chiamati in gergo videogames, una volta il gioco era diverso in base alla classe sociale a cui si apparteneva.

Facciamo quindi un salto nel passato, quando era più evidente la divisione tra poveri e ricchi e la capacità dei bambini di adattarsi a qualsiasi situazione, oggi ci può sorprendere.
Stiamo parlando di un tempo, quando la fantasia permetteva di trasformare ogni singolo oggetto, anche il più semplice, in un nuovo gioco e i bambini erano abituati ad uscire in strada o nelle piazze, e cavalcavano bastoni o canne che illusoriamente diventavano cavalli, mentre le bimbe giocavano con bambole che potevano essere di pezza, legno o terra cotta.
Per contro, i bambini nobili si divertivano all’interno dei loro palazzi e giardini con bambole di porcellana, cavallini di legno, miniature di carrozze e di cavalli. Le bambine decoravano le bambole con i gioielli. I bimbi giocavano con biglie di vetro mentre in strada, ci si utilizzavano sassolini o noccioli di pesca.

Un altro gioco molto noto, che apparteneva ad entrambe le classi sociali, era invece, il Gioco delle Noci. Lo scopo era quello di far crollare un piccolo mucchietto del frutto, o di centrare un recipiente da una certa distanza. Ecco perché l’Età della Giovinezza è anche conosciuta come Età delle Noci. “Lasciare le noci” significa infatti passare dalla fanciullezza all’adolescenza.
Diversi di questi giochi si sono evoluti, e ancora oggi, in questa manifestazione che è il Tocatì, ci vengono presentati e ricordati.

Camilla Forcellini e Sofia Fabbri

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