di Benedetta Rossini, Benedetta Bongiovanni e Leonardo
Luzzi Crivellini
Maurizio, di
circa settant'anni, è venuto quasi a tutte le edizioni del festival per tenere
vivi in lui i ricordi di un’infanzia passata a giocare per strada con gli amici
a campana e nascondino. E' qui con il nipotino di pochi anni al quale spiega
l'importanza di crescere facendo giochi costruttivi basati sull' immaginazione
e sul divertimento di gruppo piuttosto che giocare con videogiochi. Delle
vecchie edizioni ricorda l'organizzazione impeccabile e si aspetta che anche
questa sia ben organizzata. Con un grande sorriso speranzoso si augura che con
queste rievocazioni i giovani imparino l'importanza dei vecchi giochi e del
loro ruolo educativo, che per anni è stato la base per la crescita di tutti i
bambini. Un altro giocatore ci ha spiegato che viene appositamente dalla
Calabria e da quattro anni partecipa a questo festival per presentare a noi
giovani le trottole, che in dialetto i calabresi chiamano Rumbuli, e farci conoscere questi giochi antichi. Secondo il suo
punto di vista l'organizzazione del festival è ogni anno migliore, anche grazie
a quei giovani come noi, che ogni anno sono sempre in aumento. Anche il periodo in cui viene svolto il festival è
perfetto “perché – dice – non c'è ne troppo caldo ne troppo freddo”.
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